Entrata nell'istituzione e soggiorno

Se dovessi avere bisogno di cure e assistenza, quale forma abitativa sarebbe per me la più adeguata? Quali costi io e i mei congiunti dovremmo affrontare? Quali diritti ho in merito a temi come l’autodeterminazione e l’autoresponsabilità durante il mio soggiorno in un’istituzione e come si presenta la vita quotidiana in questo tipo di istituzione?

Con il crescere dell’età, le persone bisognose di sostegno e i loro congiunti si pongono tutta una serie di domande concernenti l’entrata e la vita in un istituto di cura. Su questa piattaforma informativa, l'associazione di categoria CURAVIVA delle federazione ARTISET fornisce le risposte a queste domande. All’interno delle singole risposte trovate offerte più dettagliate sui centri di ascolto e di consulenza. Tenete p.f. presente che CURAVIVA non offre alcuna consulenza a privati. Saremmo tuttavia lieti di ricevere feedback e suggerimenti riguardanti la piattaforma informativa.

Informazioni generali

Chi vive in una struttura socio-sanitaria?

Le circa 1570 strutture socio-sanitarie svizzere sostengono e aiutano le persone che hanno bisogno di cure e di assistenza. Oggi in Svizzera sono circa 155’000 le persone (totale dell’anno) che vivono temporaneamente o permanentemente in un’istituzione di questo tipo. La quota delle e dei residenti è del 69 percento, che è considerato un buon livello. L’età media delle persone che entrano nell’istituzione è di 82 anni, anche se vi sono delle differenze da Cantone a Cantone. Negli ultimi anni, l’età media di entrata è aumentata. 

Parallelamente al trasferimento in un’istituzione in età sempre più avanzata, prendono piede le prestazioni di servizio ambulatoriali e le forme abitative, di cura e di assistenza alternative per le persone anziane. Questo risponde al bisogno di molte persone anziane di poter vivere nella propria casa il più a lungo possibile e specificamente anche quando diventa indispensabile il sostegno e perfino le prestazioni di cura.

Fonti e informazioni statistiche più dettagliate:

Office fédéral de la statistique (OFS). (2019). Clients et clientes des établissements médico-sociaux (2018).  (solamente in francese)

Ufficio federale di statistica (UST). (2019). Popolazione residente permanente secondo il sesso e la classe d'età, risultati annuali definitivi, 2014-2018.

Office fédéral de la statistique (OFS). (2019). Statistique des institutions médico-sociales 2018 - Tableaux standard définitifs.  (solamente in francese)

Office fédéral de la statistique (OFS). (2019). Institutions médico-sociales: nombre de clients selon l'âge et le sexe.  (solamente in francese)

Office fédéral de la statistique (OFS). (2019). Atlas statistique de la Suisse. Durée des séjours en établissement médico-social, en 2018.  (solamente in francese)

L’odierna struttura socio-sanitaria ha molti volti

Le odierne istituzioni per persone anziane sono fornitori di servizi rispondenti alle specifiche esigenze delle e dei residenti. E queste esigenze e richieste sul come abitare e vivere in tarda età mutano con l’andare del tempo. Per l’odierna generazione più anziana, l’autodeterminazione è un fattore di massima importanza – anche quando si è dipendenti dal sostegno di altri. Vengono sviluppate nuove prestazioni di servizio e nuove strutture che consentono di offrire assistenza e cure in grado di mantenere il più a lungo possibile il livello auspicato di autonomia e autodeterminazione. La gamma delle offerte è molto variata: oltre alle cure stazionarie di lunga durata, con assistenza 24 ore su 24, sono disponibili anche cure acute e transitorie, che possono essere prese in considerazione temporaneamente – per esempio dopo un intervento chirurgico o un infortunio. Per alleggerire il faticoso lavoro dei congiunti esistono strutture diurne oppure la possibilità di soggiornare durante i fine settimana e le vacanze per cure e assistenza. Si trovano inoltre istituzioni che offrono abitazioni per anziani con o senza servizi (lavanderia, pulizie, etc.) o appartamenti protetti.

Chi è CURAVIVA?

CURAVIVA, come parte della Federazione ARTISET e associazione di categoria dei fornitori di servizi per persone anziane, s’impegna a favore di 1700 organizzazioni affiliate e delle persone da loro assistite. Insieme ai suoi membri, CURAVIVA si impegna per la dignità e la qualità della vita nella terza età e per fornire supporto, cura e assistenza di alta qualità in funzione dei bisogni.

Costi & finanziamento

Costi

I costi possono cambiare di mese in mese?

In una struttura socio-sanitaria figurano diversi tipi di costi: costi della retta, costi delle cure e dell’assistenza e altri costi. Chi è entrato in un’istituzione può senza dubbio trovarsi nel tempo confrontato con variazioni dei costi: 

  • se cambiano le prestazioni di accoglienza (camera, vitto, etc.) 
  • se aumenta o diminuisce il fabbisogno di cure (gradi di cure da 1 a 12)
  • se cambiano le spese di carattere personale (telefono, parrucchiere, prestazioni di cure non obbligatoriamente rimborsabili dalla cassa malati, etc.)

Determinante per i costi è l’ordinamento tariffario della struttura socio-sanitaria, che costituisce una parte integrante del contratto di accoglienza.

Anche per il finanziamento possono intervenire delle modifiche che, a seconda delle circostanze, possono determinare un aggravio o un alleggerimento dei costi a carico della o del residente. Questo può p.es. capitare quando i Cantoni decidono dei cambiamenti del finanziamento residuo, delle direttive tariffarie o dei costi computabili dell’istituzione (per il calcolo delle prestazioni complementari).

Quali offerte/prestazioni di servizio (p. es. servizio di lavanderia, cucina dietetica, parrucchiere, etc.) sono comprese nelle tariffe e cosa viene fatturato separatamente?

Di norma la degenza in una struttura socio-sanitaria è regolata da un contratto di accoglienza. In questo contratto vengono concordati i diritti e i doveri delle e dei residenti, perciò anche i costi per diverse offerte e prestazioni di servizio. I costi di accoglienza, cure e assistenza dipendono dalle direttive cantonali. Nella maggior parte dei casi perciò questi costi sono indicati per iscritto in un tariffario in forma di importi forfettari. Per esempio i costi delle cure sono elencati come forfait giornalieri a seconda del grado del fabbisogno di cure.

Vi sono, però, anche dei costi che non sono compensati con gli importi forfettari di accoglienza (alberghiera), cure e assistenza. Tutte queste prestazioni devono alla fine essere citate nel tariffario e possono così essere riportate in aggiunta nella fattura. Dipende dall’istituzione quali prestazioni aggiuntive vengono prese in considerazione: fondamentalmente le strutture sociosanitarie sono libere nella configurazione dei contratti di accoglienza e del tariffario, sempre che questi non siano in contrasto con le disposizioni legali comunali, cantonali e federali.

Possibili offerte e prestazioni di servizio sono: servizio in camera, etichettatura dell’abbigliamento, servizio di sartoria, canone di collegamento TV, parrucchiere, etc.

Finanziamento

Chi è, dal punto di vista legale, la debitrice o il debitore della fattura?

Questo dipende dal tipo di costi che si verificano in una struttura socio-sanitaria e che vengono finanziati da diversi organi responsabili.

  • I costi della retta e dell’assistenza così come gli altri costi per la degenza sono fatturati alla/al residente.
  • Nel caso dei costi delle cure va fatta una distinzione tra i contributi dell’assicurazione malattie e la quota a carico delle e dei residenti. I contributi delle casse malati, che variano in base al grado di fabbisogno di cure, vengono di regola fatturate direttamente all’assicurazione. Quest’ultima di norma rimborsa il contributo direttamente all’istituzione. La/il residente non ha perciò niente a che fare con i corrispettivi flussi di denaro. Per contro riceve invece una fattura per la quota a suo carico, al massimo CHF 23 al giorno. Tra i membri colletivi cantonali di ARTISET e le assicurazioni malattie sono in vigore dei contratti amministrativi che regolano le modalità dei pagamenti. 
  • I costi residui dell’ente pubblico vengono fatturati a un ufficio del Cantone o del Comune appositamente incaricato e da questo stesso ufficio rimborsati direttamente all’istituzione. 

Quali costi vengono addebitati quando temporaneamente non risiedo nell’istituzione (p. es. degenza ospedaliera, vacanze)?

Quest’ambito è disciplinato nel contratto di accoglienza tra la struttura socio-sanitaria e la/il residente. Come questi casi siano regolati finanziariamente, dipende perciò dalla singola istituzione.

CURAVIVA suggerisce alle strutture socio-sanitarie di concordare, in caso di assenza transitoria, una soluzione equa all’interno di un modello di contratto di accoglienza. Questa potrebbe essere:

«(13.) Se l’ospite è ricoverato in ospedale o in una casa di cura, le spese per il vitto sono dedotte dalla retta. Il giorno d’entrata e d’uscita sono fatturati integralmente.

(14.) Se l’ospite è assente per più di due giorni, per vacanza o visita alla sua famiglia, dal terzo giorno pagherà la retta dedotte le spese per il vitto, a condizione che la sua assenza sia stata comunicata all’istituto almeno tre giorni prima.»

Prestazioni complementari

Come viene presa in considerazione la sostanza individuale per il calcolo del prezzo?

Questa domanda diventa d’attualità quando le proprie entrate derivanti da rendite (AVS, cassa pensione e altre) non sono sufficienti a coprire le spese correnti per la permanenza nell’istituzione, specificamente quindi i costi della retta (vitto e alloggio) e dell’assistenza, ma anche una parte di costi delle cure. È questo il caso della maggioranza (circa il 60 percento) delle e dei residenti in una struttura socio-sanitaria. 

Queste persone dipendono dalle prestazioni complementari (PC) dell’assicurazione sociale (1° pilastro). Per usufruire delle PC è necessario presentare una richiesta all’Ufficio cantonale delle PC. Se i richiedenti dispongono di una sostanza patrimoniale, una determinata parte di questa sostanza viene computata – in modo diverso da Cantone a Cantone – per il finanziamento dell’istituzione (il cosiddetto computo della sostanza). Gli uffici cantonali forniscono tutte le informazioni necessarie in merito. 

Con la propria sostanza si deve quindi contribuire al finanziamento della permanenza nell’istituzione, rispettivamente le prestazioni complementari sono meno elevate rispetto a quelle delle persone senza sostanza. Ma anche i parenti possono essere coinvolti nel finanziamento? Nella linea figli-genitori-nonni, il diritto di famiglia prevede un dovere di mantenimento. Conformemente alla legge, soggiacciono al dovere di mantenimento solo quei parenti che vivono in «condizioni agiate». La Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale COSAS ha derivato da ciò la raccomandazione di controllare, visti i dati delle autorità fiscali, le prestazioni contributive solo per i parenti con reddito o sostanza patrimoniale superiore alla media.

Link:
Centro d’informazione AVS/AI: Prestazioni complementari annue 
Organi cantonali per prestazioni complementari
Calcolo dei contributi dei parenti (COSAS)

Quali costi entrano in ordine di conto e chi si assume quali costi?

Quanto costosa sia la vita in un’istituzione dipende da parecchi fattori. Sono diversi i tipi di costi che entrano in ordine di conto e che vengono sostenuti anche in modo differenziato. 

 

Diritto

Prima dell'entrata nell'istituzione 

Chi mi aiuta nel caso in cui non avessi più alcun congiunto e alcuna persona di fiducia?

Per le persone anziane, la dichiarazione delle imposte, i conteggi con la cassa malati, gli acquisti o l’organizzazione del tempo libero costano fatica. Spesso dipendono per questo da aiuti esterni. Ma cosa si fa se uno dei due coniugi muore e non vi sono più né parenti né amici che possono dare un aiuto? Le persone bisognose di assistenza non sono sole: oltre alle prestazioni di servizio di sostegno per le cure ambulatoriali (Spitex pubblico e privato), vi sono organizzazioni come, per esempio, Pro Senectute Svizzera, la Croce Rossa Svizzera o la Caritas che offrono una serie di aiuti per la gestione delle attività quotidiane. Il Comune di domicilio può dare informazioni sulle diverse offerte di sostegno disponibili. 

Talvolta, però, queste «mani tese» non sono più sufficienti – per esempio quando non si è più in grado di occuparsi in modo adeguato dei propri affari a causa di un grave stato di debolezza (come accade quando intervengono malattie quali demenza, assuefazioni o dipendenze) e/o una scemata capacità di discernimento. Se in questi casi il necessario sostegno non può essere assicurato da congiunti od organizzazioni e se non è stata designata, mediante procura o mandato precauzionale, alcuna persona avente diritto di rappresentanza, è possibile costituire una cosiddetta curatela (vedi anche la domanda «Cosa mi occorre per poter prendere delle decisioni per un mio congiunto in una struttura socio-sanitaria?»). Si tratta di un provvedimento che viene imposto dalla competente Autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA) – anche su richiesta della persona colpita (vedi anche la domanda «Che ruolo svolge lʼAPMA?»). Quest’ultima può proporre o escludere determinate persone indicate per assumere l’incarico di curatrice o curatore: l’Autorità cercherà di esaudire il desiderio nella misura del possibile. Alla curatrice o al curatore sono attribuite tante competenze quante strettamente necessarie a mantenere il più possibile l’autodeterminazione della persona bisognosa d’aiuto. Nel caso più semplice, la curatrice o il curatore darà il suo sostegno per il disbrigo di un determinato affare solo con il consenso della persona interessata (amministrazione di sostegno). Chi non è più in grado di sbrigare da solo determinate faccende ottiene una curatela di rappresentanza; chi per la propria protezione deve richiedere per determinate azioni il consenso della curatrice o del curatore otterrà una curatela di cooperazione. Questi tre tipi di curatela possono essere combinati tra loro al fine di definire il grado di sostegno rispondente quanto più possibile alle esigenze della persona interessata. La forma più estrema è la curatela generale, che diventa effettiva in caso di un’incapacità di discernimento permanente. 

Il Centro di ascolto e assistenza del minore e dell’adulto KESCHA, indipendente, fornisce informazioni sul tema della curatela. Il suo sito web offre alle persone interessate informazioni sul diritto di protezione dei minori e degli adulti e un formulario per il contatto online per domande scritte. Consulenza telefonica al 044 273 96 96.

Pro Senectute Svizzera

Croce Rossa Svizzera

Caritas Suisse (solamente in tedesco e francese)

Centro di ascolto e assistenza del minore e dell’adulto KESCHA

Che ruolo svolge l’APMA?

Con il diritto di protezione degli adulti si intende rafforzare l’autodeterminazione delle persone incapaci di discernimento e regolamentare meglio la rappresentanza: nel mandato precauzionale possiamo stabilire chi dovrà occuparsi dei nostri affari qualora noi stessi perdessimo la capacità di discernimento. Con le direttive del paziente possiamo esprimere la nostra volontà in materia di provvedimenti nell’ambito medico-infermieristico. Se al momento dell’esordio di una incapacità di discernimento mancano le persone aventi diritto di rappresentanza (vedi anche la domanda «Cosa mi occorre per poter prendere delle decisioni per un mio congiunto in una struttura socio-sanitaria?»), si può costituire una curatela adattata in base alle concrete esigenze del caso. Per l’attuazione del diritto di protezione degli adulti è competente l’Autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA). L’APMA prende le decisioni più importanti, dispone le misure da adottare e vigila sulla loro applicazione.

All’APMA è attribuita una serie di compiti. In particolare controlla la validità e l’applicabilità del mandato precauzionale, la sua stesura e completezza e l’idoneità delle persone incaricate. In caso di eventuali dubbi interviene per accertare le competenze di rappresentanza, come pure nel caso in cui si ritiene che sia messa in pericolo la rappresentanza degli interessi nel quadro normativo del mandato precauzionale e delle direttive del paziente. L’APMA è inoltre responsabile dell’ingiunzione e della revoca di una curatela. Stabilisce gli effettivi compiti e i poteri di rappresentanza delle curatrici e dei curatori, partecipa alla gestione della curatela e vigila sulla tutela dei compiti loro affidati. L’APMA può inoltre disporre e revocare i ricoveri a scopo di assistenza: può disporre il collocamento di una persona in una idonea istituzione anche contro la volontà dello stesso interessato qualora sia presente un disturbo psichico, una disabilità mentale e/o un grave stato di abbandono e il trattamento o l’assistenza non possono essere garantiti in altro modo. Un’ulteriore area dei suoi compiti riguarda l’impiego di misure restrittive della libertà personale di residenti incapaci di discernimento in strutture socio-sanitarie: la competenza della decisione per una misura restrittiva della libertà di movimento spetta all’istituzione, anche se le misure possono essere impugnate presso l’APMA, in caso di disaccordo, da ogni persona vicina al paziente. L’APMA può modificare o revocare le misure se queste risultassero non conformi alla legge. 

Diritto di protezione degli adulti, art. 360 A e ssgg. Codice civile svizzero

Quali sono i poteri degli aventi diritto di rappresentanza?

Una cosiddetta persona avente diritto di rappresentanza tutela gli interessi di un’altra persona. Questo è possibile in due casi: quando quest’altra persona demanda determinati compiti o decisioni, o quando è incapace di discernimento e non è più in grado di decidere autonomamente. I diritti di rappresentanza possono riguardare diversi ambiti: specificamente la cura della persona, la cura degli interessi patrimoniali e le relazioni giuridiche. Quali sono singolarmente i poteri conferiti dipende da quali ambiti e per quali compiti viene designata una persona avente diritto di rappresentanza. 

Da un lato sussiste la possibilità di designare motuproprio le persone aventi diritto di rappresentanza e di assegnare loro determinati compiti. A tale scopo sono disponibili, quali strumenti giuridici, la procura, il mandato precauzionale, le direttive del paziente e il testamento (per le differenze vedi la domanda «Qual è la differenza tra procura, mandato precauzionale, direttive del paziente e testamento?»).

Dall’altro lato possono essere incaricati degli aventi diritto di rappresentanza non scelti motuproprio ma istituiti mediante un provvedimento delle autorità. Questo tipo di rappresentanza riguarda la cosiddetta curatela. Una curatela viene decisa quando è subentrata un’incapacità di discernimento e non era stata prevista, né tramite un mandato precauzionale né tramite le direttive del paziente, una persona (adeguata) avente diritto di rappresentanza e mancano altre/i rappresentanti previsti dalla legge (vedi anche la domanda «Cosa mi occorre per poter prendere delle decisioni per un mio congiunto in una struttura socio-sanitaria?»). Vi sono diversi tipi di curatele, che prevedono un accompagnamento completo o solo parziale. La curatela può riguardare diversi ambiti – la cura della persona, la cura delle finanze, le relazioni giuridiche (vedi anche la domanda «Chi mi aiuta nel caso in cui non avessi più alcun congiunto e alcuna persona di fiducia?»)

Recommandations relatives à la gestion du patrimoine conformément au droit de la protection des mineurs et des adultes | ASB, COPMA | 2024

Empfehlungen zur Vermögensverwaltung gemäss Kindes- und Erwachsenenschutzrecht | SBVg, KOKES | 2024

Entrata nell'istituzione

Qual è il quadro giuridico di una struttura per anziani?

Le strutture socio-sanitarie che forniscono prestazioni di cura sono in linea di massima assoggettate alla legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal) e alle sue ordinanze.

A complemento della legislazione nazionale, i Cantoni hanno emanato proprie leggi e ordinanze. Queste riguardano l’ammissione, le direttive per la qualità, le dotazioni di personale, la vigilanza dell’istituzione, il finanziamento residuo, etc.

I consultori a cui rivolgere eventuali domande concernenti le questioni cantonali sono i membri colletivi cantonali di ARTISET e di sua associazione di categoria CURAVIVA oppure le competenti autorità sanitarie del Cantone.

Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal) e ordinanze
Repubblica e Cantone Ticino, Dipartimento della sanità e della socialità

Per un mio congiunto affetto da demenza, posso decidere io sulla sua entrata in un’istituzione?

Questa domanda se la pongono i congiunti che assistono una persona affetta da demenza quando il carico emotivo e fisico ha superato il livello di sopportazione. Quest’onere aumenta con il progredire della malattia. È perciò importante chiedere aiuto, prima di non essere più in grado di adempiere questo gravoso compito. Per alleggerire il carico che grava sui parenti vi sono diverse offerte di sostegno, per esempio quelle delle sezioni cantonali dell’Associazione Alzheimer Svizzera e dei servizi Spitex pubblici e privati.

Il momento in cui la decisione di entrare in un’istituzione deve essere presa dipende in definitiva dalla situazione individuale. L’Associazione Alzheimer lo raccomanda quando l’assistenza a domicilio non è più possibile perché, per esempio, dovrebbe essere garantita 24 ore su 24, o quando la persona assistita mette a rischio la sua incolumità o quella di altre persone. Nell’opuscolo «Preparare l’entrata in casa di cura» sono riportati altri criteri.

Dal punto di vista giuridico, le persone affette da demenza perdono durante il decorso della malattia la loro capacità di discernimento. In conformità a quanto previsto dalla legge, le persone aventi diritto di rappresentanza, che tutelano gli interessi della persona incapace di discernimento nell’ambito medico-infermieristico, possono stipulare con un’istituzione un contratto di accoglienza. In questo contratto sono stabilite le prestazioni dell’istituzione e il relativo compenso. Ma cosa fare se poi la persona affetta da demenza si rifiuta di entrare nell’istituzione? In questo caso diventa effettivo il ricovero a scopo di assistenza quale provvedimento dell’autorità. Questo provvedimento può essere intimato dall’Autorità di protezione degli adulti APMA, nella misura in cui non è possibile il trattamento o l’assistenza in altro modo. Questo è, per esempio, il caso in cui la persona mette seriamente in pericolo se stessa o quando le offerte di sostegno quali Spitex o il Servizio pasti non sono più sufficienti.

Nel caso di incapacità di discernimento, presupposto essenziale è prevedere in tempo utile cosa fare. Le persone affette da demenza dovrebbero considerare in anticipo, cioè quando possiedono ancora la capacità di discernimento, insieme ai loro congiunti come regolare le loro faccende personali e finanziarie e chi più tardi potrà decidere e agire per loro nel momento in cui dovesse subentrare una incapacità di discernimento. Il diritto di protezione degli adulti prevede ora il mandato precauzionale e le direttive del paziente quali strumenti grazie ai quali è possibile dar voce alla propria volontà (vedi anche la domanda «Qual è la differenza tra procura, mandato precauzionale, direttive del paziente e testamento?»). Anche i congiunti che si prendono cura della persona affetta da demenza dovrebbero esprimere abbastanza presto i loro desideri e bisogni in caso di malattia, affinché resti sufficiente tempo ed energia per trovare una soluzione quanto più possibile appropriata per tutti gli interessati. Un importante motivo per prevedere in anticipo è inoltre il fatto che un’entrata in un’istituzione può essere condizionata dai tempi di attesa. E un trasferimento in un’istituzione potrebbe rendersi improvvisamente necessario proprio dopo una degenza ospedaliera. 

Offerte di aiuto esterno e presa a carico dell’Associazione Alzheimer Svizzera
Servizio di sostegno di Pro Infirmis
Contratto di assistenza, art. 382 A Codice civile svizzero
Ricovero a scopo di assistenza, art. 426 A e ssgg. Codice civile svizzero
Preparare lʼentrata in casa di cura | Alzheimer svizzera | 2022

Cosa mi occorre per poter prendere delle decisioni per un mio congiunto in una struttura socio-sanitaria?

Affinché una persona possa prendere delle decisioni in vece di qualcun altro, le deve essere stata conferita una relativa procura oppure deve essere presente un’incapacità di discernimento come pure un diritto di rappresentanza. La rappresentanza è disciplinata in conformità a quanto previsto dalle direttive personali, dalla legge o da una decisione delle autorità. All’atto dell’entrata nella struttura socio-sanitaria, gli effettivi rapporti di rappresentanza vengono attentamente accertati e documentati.

Con una procura viene già designata, prima dell’esordio di un’eventuale incapacità di discernimento, una persona avente diritto di rappresentanza che può evadere determinate pratiche. È tuttora controversa la questione se la procura continua a restare valida anche dopo l’esordio dell’incapacità di discernimento. In ogni caso è giuridicamente meno vincolante di un mandato precauzionale o delle direttive del paziente. La procura lascia infatti, in caso di un’incapacità di discernimento, una maggiore libertà all’Autorità di protezione degli adulti (APMA) di interpellare altre persone vicine alla o al paziente o di designarle quali rappresentanti. Anche il personale di cura è più libero, di quanto lo sia quando sono disponibili le direttive del paziente o un mandato precauzionale, di interpellare altre persone, diverse da quella che ha ricevuto la procura, sulla presunta volontà della persona incapace di discernimento.

In presenza di un’incapacità di discernimento, sono innanzitutto quelle persone aventi diritto di rappresentanza che tramite un mandato precauzionale o le direttive del paziente (queste ultime riguardano misure mediche) sono previste per la rappresentanza in determinate pratiche. Il mandato precauzionale può disciplinare la rappresentanza in diversi ambiti della vita – patrimoni, relazioni giuridiche, cura della persona. Se subentra l’incapacità di discernimento, l’autorità di protezione degli adulti controlla la validità del mandato precauzionale e allestisce un corrispettivo mansionario per la/il avente diritto di rappresentanza. Sia il mandato precauzionale sia le direttive del paziente possono stabilire chi sarà l’avente diritto di rappresentanza specificatamente per le questioni medico-infermieristiche. Le direttive del paziente possono inoltre stabilire i desideri effettivi della/del paziente in merito ai trattamenti e alle cure (vedi anche la domanda «Cosa contengono le direttive del paziente?»).

In mancanza di disposizioni personali, la legge prevede quest’ordine di rappresentanza:

  • nelle questioni medicoinfermieristiche è innanzitutto la/il coniuge o la/il partner registrato che vive in comunione domestica con la persona incapace di discernimento o le presta di persona regolare assistenza ad avere diritto di rappresentanza. Seguono nell’ordine: la persona che vive in comunione domestica con la persona incapace di discernimento; i suoi discendenti, i genitori, i fratelli e le sorelle – solo tuttavia se questi prestano di persona regolare assistenza alla persona incapace di discernimento;
  •  nelle questioni quotidiane, per l’amministrazione del patrimonio e dei redditi come pure per l’apertura e l’evasione della corrispondenza ha diritto di rappresentanza – senza procura o mandato precauzionale o curatela – solo e unicamente la/il coniuge, rispettivamente la/il partner registrato. Anche in questo caso il diritto vale soltanto se lei/lui vive in comunione domestica con la persona incapace di discernimento o le presta di persona regolare assistenza. 

E infine vi è anche la situazione in cui mancano totalmente le disposizioni personali e anche le persone che potrebbero assumersi la rappresentanza secondo l’ordine di successione legale. In questo caso l’APMA istituisce una cosiddetta curatela (vedi anche la domanda «Che ruolo svolge l’APMA?»).

Recommandations relatives à la gestion du patrimoine conformément au droit de la protection des mineurs et des adultes | ASB, COPMA | 2024

Empfehlungen zur Vermögensverwaltung gemäss Kindes- und Erwachsenenschutzrecht | SBVg, KOKES | 2024

Soggiorno nell'istituzione

A quale ufficio posso rivolgermi in caso di questioni giuridiche e assicurative?

In caso di questioni giuridiche direttamente connesse con la degenza, il primo consultorio per le e i residenti dovrebbe essere la struttura socio-sanitaria.

Se si tratta di questioni inerenti alle assicurazioni stipulate, è raccomandabile mettersi direttamente in contatto con la società d’assicurazione. È utile in questo contesto avere a portata di mano la polizza con il numero d’assicurazione.

E per concludere, anche la degenza nell’istituzione può avere delle ricadute sulle imposte che si devono pagare. In linea di massima, anche per le e i residenti in un’istituzione vige un obbligo fiscale. L’autorità fiscale dell’amministrazione comunale è la giusta interlocutrice in caso di domande sulle ricadute che una degenza in un’istituzione può avere sul carico fiscale personale (deduzioni, prestazioni complementari, etc.). 

Quali diritti ho nel contesto dell’autodeterminazione e dell’autoresponsabilità durante il soggiorno nell’istituzione?

Costituzione federale sono validi naturalmente anche per le persone anziane che risiedono in una struttura socio-sanitaria: uguaglianza giuridica tra l’altro per persone anziane e disabili (art. 8), diritto alla libertà personale, p. es. alla libertà di movimento (art. 10), diritto all’aiuto in situazioni di bisogno (chi «non è in grado di provvedere a se stesso» art. 12).

Le limitazioni all’autodeterminazione sono regolate dal diritto di protezione degli adulti, una parte del Codice civile svizzero. Mediante mandato precauzionale (art. 360 A e segg. del CCS) o direttive anticipate del paziente (art. 370 e segg. del CCS) può essere disposto chi deve decidere in merito a misure mediche e infermieristiche, se la persona stessa non è capace di discernimento. La legge stabilisce inoltre chi può rappresentare la persona incapace di discernimento se non si dispone né del mandato precauzionale né delle direttive anticipate del paziente (art. 374 del CCS).

Nelle cure e nell’assistenza di persone molto in là con gli anni affette da due o più malattie croniche (p. es. demenza con alterazioni del comportamento, inquietudine e confusione), il personale esperto deve sempre ponderare i pro e i contro tra libertà (autodeterminazione della persona colpita) e sicurezza (protezione della persona). Il diritto di protezione degli adulti regola le condizioni in base alle quali le residenze medicalizzate possono limitare la libertà di movimento delle e dei residenti (vedi la domanda «Nell’istituzione vi sono misure restrittive della libertà di movimento, e chi le stabilisce?»).

Diritti fondamentali, art. 7 e segg. delle Costituzione federale della Confederazione Svizzera
Diritto della protezione degli adulti, art. 360 A e segg. Codice civile svizzero

Nell’istituzione vi sono misure restrittive della libertà di movimento, e chi le stabilisce?

Sì, nelle strutture socio-sanitarie le e i residenti possono essere limitate/i nella loro libertà di movimento. Il diritto di protezione degli adulti parla di misure restrittive della libertà di movimento. Le misure possibili sono di vario tipo: 

  • Misure elettroniche: p. es. uscite chiuse a chiave o messe in sicurezza con dei codici, con funzione d’allarme generale o individuale (anche porte del reparto, della camera e dell’ascensore), radiolocalizzazione con GPS delle e dei residenti, stuoini con sensori come scendiletto o direttamente nel letto, relè fotoelettrico / segnalatore di movimento, monitoraggio elettronico dello spazio. 
  • Misure limitative degli spazi disponibili: chiusura delle porte di una stanza o di un settore, p. es. in un reparto per pazienti affetti da demenza, complicati meccanismi di chiusura sulle porte, applicazione di barriere, manopole e pomelli posizionati in posizione elevata o complicati, ascensori messi in sicurezza.
  • Misure fisiche: montaggio di sponde per letto (su un lato o su entrambi i lati), fissaggio con cinture al letto / alla sedia, coperta Zewi, bloccaggio nella sedia o nella sedia a rotelle mediante un tavolo, bloccaggio dell’articolazione della mano o del piede.
  • Misure medicamentose: i medicinali (p. es. neurolettici) sono una misura restrittiva della libertà di movimento, specialmente quando vengono prescritti per tranquillizzare o sedare. 

I possibili motivi che giustificano l’adozione di una misura nella struttura socio-sanitaria (a prescindere da situazioni d’emergenza):

  • protezione da possibili incidenti e infortuni (p. es. evitare cadute mentre il paziente girovaga senza uno specifico controllo);
  • protezione da possibili tentativi di autolesioni (p. es. graffi, strappo dei capelli);
  • protezione contro tentativi di ostacolare misure mediche/terapeutiche (p. es. impedire la rimozione di cateteri, sonde, infusioni, bendaggi); 
  • protezione di terzi da possibili aggressioni mirate o non mirate (p. es. percosse, lancio di oggetti, torsione di un braccio);
  •  
  • protezione di terzi da molestie (p. es. rumore eccessivo, denudamento, irruzioni nella sfera privata).

La procedura per l’impiego di misure restrittive della libertà di movimento è rigorosamente regolata nel Codice civile svizzero (art. 383 B e segg.). La misura va prima discussa con tutte le persone coinvolte nel team che si occupa dei trattamenti. L’istituzione deve protocollare la misura adottata e verificare regolarmente se è efficace o non più necessaria. Regolamentata separatamente è la restrizione della libertà di movimento mediante medicinali sedativi (art. 377 e segg. in caso di incapacità di discernimento, art. 433 e segg. in caso di turbe psichiche).

Restrizione della libertà di movimento, art. 383 B e segg. Codice civile svizzero

 

In una residenza medicalizzata posso, per esempio con Exit, accomiatarmi volontariamente dalla vita?

Per questa controversa questione, che ha sollevato molte discussioni, non c’è una risposta univoca. Alcune istituzioni consentono che nei loro locali abbiano luogo suicidi accompagnati da parte di organizzazioni di aiuto al suicidio, altre che non lo consentono. In questi casi si parla di suicidio assistito: alla o al paziente viene cioè resa disponibile una sostanza letale, che la persona che ha deciso di porre fine alla sua vita assume personalmente, normalmente per via orale, senza l’assistenza di terzi. Oppure la stessa sostanza letale viene utilizzata sotto forma di infusione e sarà sempre la stessa persona a determinare il momento in cui aprirà la valvola per permettere alla sostanza di fluire nelle vene. La sostanza può essere fornita da un’organizzazione di aiuto al suicidio come Exit. 

In determinati Cantoni e città sono stati emanati dei regolamenti per le strutture socio-sanitarie. Nei Cantoni di Neuchâtel e Vaud le case per anziani devono, per legge, consentire il suicidio accompagnato nei loro locali, sempre che siano soddisfatte le seguenti condizioni: la persona che intende porre fine alla sua esistenza deve essere capace di discernimento, essere affetta da una malattia grave, incurabile, e la sua volontà di porre fine alla sua esistenza deve essere duratura.

Cosa contengono le direttive del paziente?

Sia il mandato precauzionale sia le direttive del paziente sono strumenti del diritto di protezione degli adulti in vigore dal 2013. Con questi documenti possiamo designare in modo vincolante chi ci rappresenterà qualora dovessimo essere considerati incapaci di discernimento. Il mandato precauzionale può riferirsi ad ambiti della vita totalmente diversi e, se desiderato, può anche indicare una persona di fiducia per le questioni di ordine medico-infermieristico. Per esprimere i desideri concreti concernenti i trattamenti e le cure, dovrebbero essere redatte anche le direttive del paziente, poiché queste hanno immediata validità a decorrere dalla data della loro stesura (vedi la domanda: «Qual è la differenza tra procura, mandato precauzionale, direttive del paziente e testamento?»).

Le direttive del paziente servono innanzitutto quale strumento di difesa da misure di trattamento che una paziente o un paziente non desidera. Si può, per esempio, stabilire che non si desidera né essere rianimati né alimentati artificialmente e neppure essere sottoposti a respirazione artificiale. D’altra parte si possono richiedere trattamenti quanto più possibile estesi quali quelli previsti, per esempio, nell’ambito delle cure palliative. Ma anche l’accompagnamento spirituale e i rituali praticati al momento del decesso o successivamente possono far parte del contenuto delle direttive del paziente. Oltre ai desideri concreti è raccomandabile inserire nelle direttive del paziente delle spiegazioni di carattere generale concernenti i valori personali sul senso e la qualità della vita.

Oggi è disponibile un’intera serie di formulari e modelli che possono essere d’aiuto nella compilazione delle direttive del paziente, come, per esempio, il formulario della Croce Rossa Svizzera (CRS), di Pro Senectute o le Disposizioni del/della paziente dell’Associazione dei medici FMH. Le direttive possono, però, essere allestite anche senza l’utilizzo di modelli.

Affinché le direttive del paziente siano valide, bisogna tenere in considerazione diversi punti: le direttive devono essere redatte in forma scritta. Questo può essere fatto anche con il computer – solo la firma deve essere obbligatoriamente olografa. Le direttive non devono essere autenticate da un notaio. L’identità della redattrice o del redattore deve risultare chiaramente nelle direttive e il documento deve essere datato e firmato con firma olografa dalla redattrice o dal redattore. La CRS aggiunge a questo un’altra nota: le direttive del paziente dovrebbero contenere cognome, nome, data di nascita, luogo di domicilio e numero dell’assicurazione sociale AVS. Le direttive dovrebbero inoltre essere chiaramente leggibili. Affinché le direttive del paziente siano valide, la redattrice o il redattore deve essere, all’atto della stesura del documento, capace di discernimento e la stesura deve essere stata fatta volontariamente.

Croce Rossa Svizzera, direttive anticipate CRS.
Direttive del paziente – cosa dovete sapere, portale d’informazione ch.ch (con motore di ricerca per i modelli)
Direttive del paziente, art. 370 A e ssgg. Codice civile svizzero

Qual è la differenza tra procura, mandato precauzionale, direttive del paziente e testamento?

Un aspetto è comune alla procura, al mandato precauzionale, alle direttive del paziente e al testamento: tutti sono dei cosiddetti atti dispositivi e possono designare delle persone aventi diritti di rappresentanza, che possono a loro volta prendere delle decisioni in vece di chi ha redatto l’atto e/o il documento. Per quali ambiti della vita possono essere prese decisioni e quando esattamente entra in vigore il diritto di rappresentanza varia in funzione della forma dell’atto dispositivo. 

Con la procura si può istituire una persona avente diritto di rappresentanza che potrà operare finché la persona che ha conferito la procura rimarrà capace di discernimento. Questo significa che la persona che ha conferito la procura può «controllare» le decisioni, rispettivamente le azioni, della persona a cui ha conferito il diritto di rappresentanza. Il contenuto e l’ampiezza della procura, e con essa i poteri del mandatario, possono essere stabiliti liberamente. Per esempio è possibile conferire una procura solo per determinati compiti o in generale per tutte le attività e negoziazioni e per tutti gli atti giuridici. È vero che è possibile prevedere la continuità della procura anche quando dovesse subentrare un’incapacità di discernimento della persona che l’ha conferita. In effetti, però, la continuità della validità della procura in questo caso è materia tuttora controversa. In ogni caso, la procura è, sotto il profilo giuridico, meno vincolante di un mandato precauzionale o delle direttive del paziente (vedi anche la domanda «Cosa mi occorre per poter prendere delle decisioni per un mio congiunto in una struttura socio-sanitaria?»). 

Anche nel mandato precauzionale possono essere nominate delle persone aventi diritto di rappresentanza (vedi art. 360 e ssgg. del CCS). Il mandato precauzionale, a differenza della procura, entra, però, in vigore solo quando è già subentrata una incapacità di discernimento. Il mandato precauzionale può disciplinare la rappresentanza in diversi ambiti della vita – patrimoni, relazioni giuridiche, cura della persona. Contenuto e ampiezza della rappresentanza possono essere stabiliti liberamente. Possono essere stabiliti anche degli aventi diritti decisionali per provvedimenti in ambito medico-infermieristico ed eventualmente perfino per specifici desideri in merito a trattamenti medico-infermieristici. Se si vuole, però, entrare più in dettaglio in quest’ambito, si raccomanda di ricorrere alle direttive del paziente. Nel caso in cui subentrasse un’incapacità di discernimento, la competente Autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA) controlla la validità del mandato precauzionale (vedi anche la domanda «Che ruolo svolge lʼAPMA?»). Affinché il mandato precauzionale sia valido deve essere scritto per intero di proprio pugno (olografo) e riportare data e firma – oppure deve esser stato autenticato in forma pubblica. Il mandato precauzionale si estingue con il decesso. 

Chi sarà l’avente diritto di rappresentanza specificatamente per le questioni medico-infermieristiche e quali provvedimenti medico-infermieristici sono desiderati e quali no, può essere stabilito e regolamentato dalle direttive del paziente (vedi art. 370 e ssgg. del CCS). A differenza del mandato precauzionale, le direttive del paziente sono valide immediatamente dopo la firma e anche in caso di sostanziale capacità di discernimento. Verranno consultate nei casi in cui la redattrice o il redattore del documento non può decidere (per esempio durante uno stato di incoscienza). Le direttive del paziente, analogamente al testamento, possono contenere disposizioni anche per il periodo successivo al decesso quali, per esempio, determinati rituali praticati al momento del decesso o anche successivamente. Le direttive del paziente devono essere redatte per iscritto e datate. La firma, però, deve essere solo olografa. L’identità della redattrice o del redattore del documento deve inoltre risultare chiaramente dalla disposizione e deve essere datata (vedi anche la domanda «Cosa contengono le direttive del paziente?»).

Testamento: la manifestazione di volontà riportata in un testamento diventa effettiva solo dopo il decesso. Con il testamento si regolano le modalità con cui verrà attuata la destinazione della massa ereditaria. Può essere anche istituito un esecutore testamentario o un’esecutrice testamentaria per l’amministrazione, la liquidazione e la ripartizione della massa ereditaria: in questo contesto l’esecutore o l’esecutrice è vincolato/a dalle direttive contenute nel testamento. Anche il testamento – analogamente alle direttive del paziente – può prevedere delle disposizioni concernenti il tipo di inumazione desiderato. Le disposizioni di forma per il testamento variano a seconda del tipo di testamento.

Mandato precauzionale, art. 360 e ssgg. del Codice civile svizzero
Direttive del paziente, art. 370 e ssgg. del Codice civile svizzero

Ingresso in istituzione

Come gestisco i miei sensi di colpa che mi potrebbero colpire dopo che ho annunciato all’istituzione l’entrata di un mio familiare?

Chi, per esempio, concerta con i suoi genitori la necessità che si trasferiscano in una residenza medicalizzata, può essere tormentato dai sensi di colpa e dai dubbi: sto allontanando i miei cari affinché io possa condurre una vita più serena, più piacevole, liberandomi dagli onerosi compiti di cura e assistenza? A nessuno deve rimordere la coscienza quando si sa che la qualità di vita e la qualità di cure nelle istituzioni socio-sanitarie in Svizzera viene percepita molto positivamente dalle e dai residenti. Nel 2015, lo studio RESPONS condotto dalla Scuola universitaria superiore di Berna in base a un sondaggio rappresentativo ha dimostrato che il 94 percento delle e dei residenti raccomanderebbero ad altre persone la loro istituzione.

Una seria e tempestiva preparazione della decisione di entrare in una istituzione può contribuire a fare in modo che non subentri alcun senso di colpa. Affrontate attivamente il tema e coinvolgete nel processo i vostri congiunti. Visitate insieme direttamente sul posto delle residenze medicalizzate. Le istituzioni organizzano regolarmente dei giorni di visita e saranno liete di darvi suggerimenti e consigli.

Oltre alle esigenze e ai desideri dei congiunti, anche i vostri hanno importanza: fatevi una ragione della situazione e spiegate chiaramente anche a chi vi circonda che siete solo un essere umano, i cui limiti prestazionali e di carico sia nella vita professionale sia in quella familiare prima o poi saranno raggiunti. Parlatene francamente, prima che la situazione di cura e assistenza superi la vostra soglia di tollerabilità!

E se nonostante ciò i sensi di colpa non sparissero, elaborateli ricorrendo a un consulente professionale, p. es. una psicologa o un assistente spirituale. Spesso si tratta di interrogativi celati nel profondo dell’animo, come riconoscimento e dedizione dei congiunti o di timore di critiche e di carenza affettiva. 

Il tempo che vi resta da trascorrere con i vostri congiunti può avere, grazie alla vita nella residenza medicalizzata, un’altra qualità – una qualità migliore.

Quali forme abitative e di assistenza esistono comunemente?

Le odierne forme abitative per le persone anziane sono molte e adeguate al grado dei bisogni di accompagnamento, assistenza e cura delle e dei residenti. 

  • Invecchiare a casa propria. Questo è il desiderio della maggior parte delle persone che hanno raggiunto la terza età. All’occorrenza è possibile ricorrere a prestazioni di servizio esterne. Di loro si prendono cura abitualmente i congiunti ricorrendo, se necessario, all’aiuto di un’assistenza ambulatoriale (Spitex).
  • Abitazione per anziani / complesso residenziale per anziani. Abitazioni costruite appositamente per persone anziane. L’ideale è che siano già concepite senza ostacoli all’interno, ma anche che siano situate in un ambiente adatto alle persone anziane, ben collegato al quartiere e alle strutture pubbliche che forniscono prestazioni di servizio.
  • Abitazioni con servizi socio-assistenziali / appartamenti protetti. Questa offerta combina la residenza per anziani con la possibilità, a seconda del bisogno, di ricorrere a prestazioni di servizio professionali – ristorazione, faccende domestiche, assistenza sociale, cure, cultura, tempo libero.
  • Comunità abitativa per anziani. Sistemazione abitativa auto-organizzata e impostata a lungo termine sotto forma di una comunità abitativa per anziani (CA) in cui tutte le e tutti i residenti hanno una propria stanza. Cucina, sala da pranzo, soggiorno, camera per gli ospiti e, a seconda dei casi anche la stanza da bagno, sono condivisi. 
  • Comunità domestica per anziani. Vivere da soli insieme: in una comunità domestica per anziani auto-organizzata, tutte le parti dispongono di un appartamento proprio che può essere chiuso a chiave. A seconda dei casi, sono previsti anche spazi comuni interni ed esterni. 
  • Casa plurigenerazionale. Una forma abitativa in cui diverse generazioni (persone anziane, giovani famiglie, genitori singoli) si completano e sostengono reciprocamente. Variante: le persone anziane che dispongono di molto spazio abitativo mettono a disposizione camere, rispettivamente appartamenti, in cambio di un aiuto per il disbrigo delle faccende domestiche, la cura del giardino, assistenza, etc. 
  • Casa per anziani. Per persone anziane che non vogliono o non possono vivere autonomamente, ma che sono bisognose di cure. Una stanza propria con WC e bagno ma nessuna cucina. Le prestazioni di servizio come ristorazione, bucato, pulizie, consulenza, uso di spazi comuni e offerte di eventi/spettacoli sono incluse. 
  • Residenza per anziani. Una casa per anziani di standard elevato con un’offerta abitativa paragonabile a quella di un albergo. I residenti dispongono di un proprio appartamento con bagno e cucina, vivono, però, insieme in una istituzione che assicura un’ampia offerta di prestazioni di servizio professionali: piscina, ristorante, locale fitness, eventi culturali, etc. Spesso anche con un reparto cure. 
  • Residenza medicalizzata. Per persone anziane che necessitano di cure e assistenza globali. Disponibilità del personale curante 24 ore su 24. A seconda delle circostanze, camera a uno o due letti con WC e bagno. Prestazioni di servizio professionali, che coprono tutte le sfere della vita, fanno parte dello standard. 
  • Appartamenti medicalizzati per gruppi. Hanno una struttura analoga a quella delle moderne residenze medicalizzate e sono spesso gestite in modo decentralizzato. Gli appartamenti medicalizzati per gruppi sono, però, anche una forma abitativa alternativa possibile all’interno di una residenza medicalizzata. L’assistenza è effettuata da personale di cura qualificato. 
  • Strutture d’accoglienza diurne e notturne. L’offerta di accoglienza e assistenza diurna per persone anziane diventa sempre più importante. La struttura diurna e l’assistenza infermieristica viene assicurata, per esempio, dall’annessa struttura socio-sanitaria. Oggi vi sono offerte di assistenza temporanea, p. es. dopo una degenza ospedaliera o una crisi sanitaria, per poi fare nuovamente ritorno a casa. 

Alcune istituzioni combinano diverse forme abitative e di assistenza. Come siano configurate queste offerte può essere chiesto direttamente alle istituzioni.

Quali passi amministrativi devono essere intrapresi prima dell’entrata nell’istituzione?

Chi intende annunciarsi per un posto in una struttura sociosanitaria lo può fare rivolgendosi direttamente, mediante un formulario o una richiesta, all’istituzione stessa. È possibile che determinati Cantoni regolino diversamente questo passo – in questo caso le istituzioni sono informate e lo comunicano al richiedente. L’annuncio può essere fatto contemporaneamente a più istituzioni; l’unico aspetto da tenere presente è quello di non assumere un impegno scritto fino a quando non si è fatta una scelta definitiva. Diversi membri colletivi cantonali di ARTISET e di sua associazione di categoria CURAVIVA e i dipartimenti competenti per le questioni inerenti alla vecchiaia nelle amministrazioni cantonali forniscono un quadro d’assieme sui posti al momento liberi nelle istituzioni e/o una lista delle istituzioni. 

Prima di annunciarvi dovreste avere un colloquio con la direzione dell’istituzione oppure con una persona dell’istituzione preposta a questo compito. Naturalmente potete farvi accompagnare da una persona di vostra fiducia. Durante questo colloquio dovreste chiarire le vostre questioni personali concernenti la vita all’interno dell’istituzione e informarvi sull’ulteriore modo di procedere: quali sono le formalità di annuncio in vigore? C’è un termine di attesa? Come si svolge concretamente la procedura d’entrata? Le risposte a queste e ad altre domande simili possono variare a seconda dell’istituzione. 

Se una struttura socio-sanitaria è situata in un Cantone diverso da quello in cui eravate finora domiciliati, è necessario essere prudenti. Sono assolutamente necessari degli ulteriori chiarimenti tra l’istituzione scelta situata nel Cantone A e il comune di provenienza situato nel Cantone B. Questo perché il finanziamento dei costi delle cure residui, assunti dall’ente pubblico, non è ancora giuridicamente risolto in modo soddisfacente (vedi domanda «Dove posso rivolgermi per ottenere consigli sul finanziamento, l’organizzazione, la notifica al Comune di partenza e di arrivo e sul modo di procedere in caso di entrata nell’istituzione?»).

Per potere avere accesso a un’istituzione è necessaria una prescrizione medica che indichi una necessità di cure o che stabilisca che a causa di difficoltà sociali o di una forma di demenza è impossibile un’ulteriore permanenza nel luogo di domicilio in cui si è finora vissuti. L’entrata in una struttura socio-sanitaria non è vincolata a un limite di età. Questo vale anche per altre forme abitative adeguate all’età quali abitazioni con servizi socioassistenziali, cure acute e transitorie, strutture diurne e notturne, etc. (vedi domanda «A quali condizioni posso risiedere nella struttura socio-sanitaria?»).

Il diritto di protezione degli adulti stabilisce che in caso di una degenza prolungata in una struttura medicalizzata venga stipulato per iscritto un contratto di accoglienza. In questo contratto vengono stabilite le prestazioni fornite dall’istituzione e la retribuzione dovuta per questi servizi (vedi domanda «Quali diritti e doveri comprende il contratto dell’istituzione?»).

A quali condizioni posso risiedere nella struttura socio-sanitaria?

L’entrata in una struttura socio-sanitaria non è vincolata a un limite d’età. Questo vale anche per altre forme abitative adatte alle persone anziane, quali abitazioni con servizi socio-assistenziali, cure acute e transitorie, strutture diurne e notturne, etc. 

Per poter accedere a un’istituzione è necessaria, però, una prescrizione medica che comprovi il fabbisogno di cure o che attesti che a causa di difficoltà sociali o provocate da una forma di demenza è impossibile un’ulteriore permanenza nel luogo di domicilio in cui si è vissuti finora.

Dove posso rivolgermi per ottenere consigli sul finanziamento, l’organizzazione, la notifica al Comune di partenza e di arrivo e sul modo di procedere in caso di entrata nell’istituzione?

In primo luogo è la struttura socio-sanitaria il giusto interlocutore in caso di domande concernenti il trasferimento nell’istituzione. L’istituzione conosce molto bene gli iter e i regolamenti procedurali che i nuovi residenti devono seguire. Normalmente l’istituzione dispone anche di una serie di documentazioni (opuscoli, sito web, etc.) contenenti informazioni che possono essere studiate in tutta calma. 

Se la struttura socio-sanitaria è situata in un Cantone diverso da quello in cui eravate finora domiciliati, è necessario essere prudenti. Sono assolutamente necessari degli ulteriori chiarimenti tra l’istituzione scelta situata nel Cantone A e il Comune di provenienza situato nel Cantone B. Questo perché il finanziamento dei costi delle cure residui, assunti dall’ente pubblico, non è ancora giuridicamente risolto in modo soddisfacente.

Le informazioni e i mezzi ausiliari necessari per prepararsi a un trasferimento in una struttura socio-sanitaria sono offerti da diversi membri colletivi cantonali di ARTISET e di sua associazione di categoria CURAVIVA e di Pro Senectute sui loro siti web.

Vedi anche:
Domanda: «Quali passi amministrativi devono essere intrapresi prima dell’entrata nell’istituzione?»

Quali diritti e doveri comprende il contratto dell’istituzione?

Le strutture socio-sanitarie sono in linea di massima libere di decidere come configurare i loro contratti dell’istituzione e contratti di accoglienza – non devono semplicemente violare alcun diritto in vigore.

Come per un normale contratto di locazione, anche lo scioglimento di un contratto di accoglienza è condizionato da un termine di disdetta. Per il caso di decesso viene spesso concordato un termine di 30 giorni. Ciò significa che durante questo lasso di tempo si continua a pagare i costi di accoglienza, al massimo, però, fino al riaffitto della camera a un’altra persona. 

CURAVIVA offre alle strutture socio-sanitarie un modello di contratto di accoglienza che contiene tutti i punti necessari per l’allestimento di un contratto di questo tipo. Pro Senectute mette a disposizione informazioni, consigli e raccomandazioni del contratto di cure e assistenza.

Cercare un’istituzione di cura: piattaforme di informazione e di confronto

Piattaforme di informazione e di confronto per le istituzioni di cura

Attualmente sono numerose le piattaforme di informazione e di confronto che offrono la possibilità di ottenere informazioni su offerte, servizi, costi e qualità riguardanti le istituzioni di cura e per persone anziane.

  • www.heiminfo.ch – La piattaforma, gestita dall’agenzia Internet Webways e dalla federazione ARTISET con le sue associazioni di categoria CURAVIVA, INSOS e YOUVITA, permette di ottenere informazioni, suddivise in 14 categorie (tra cui alloggio, gastronomia, tipo di cure offerte e qualità) e oltre 160 voci, su più di 1900 istituzioni per persone anziane. La piattaforma evita volutamente confronti e valutazioni dirette.
  • www.ufsp.ch – L’ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha il compito di pubblicare le cifre chiave delle istituzioni di cura svizzere. Queste cifre si basano sulla statistica delle istituzioni medico-sociali (SOMED), allestita annualmente dall’Ufficio federale di statistica. Attualmente ognuna delle 1670 istituzioni viene valutata tenendo conto di 58 cifre chiave o indicatori concernenti la struttura, l’attrezzatura, il numero e la struttura del personale e delle persone residenti o le finanze. La pagina Internet dell’UFSP Cercare una casa di cura può quindi venir utilizzata per confronti tra istituzioni con le medie cantonali e svizzere. Nota: le cifre sono pubblicate con un ritardo di due anni.
  • www.pflege-heime.ch – La piattaforma copre circa 100 istituzioni. I profili mostrano informazioni riguardanti la struttura, le camere, i servizi e l’assistenza; le istituzioni di cura possono inoltre mettere a disposizione del pubblico ulteriore documentazione. Allo scopo di valutare le istituzioni è possibile scrivere un resoconto della propria esperienza e farlo pubblicare.
  • www.welches-pflegeheim.ch – La piattaforma, promossa dall’Associazione Spitalvergleich Schweiz (welches-spital.ch), comprende oltre 1500 istituzioni valutate secondo sei criteri: distanza dall’istituzione, numero di collaboratori per 1000 giorni di alloggio (SOMED), numero di personale di cura qualificato per 1000 giorni di cura (SOMED), costi e grado di soddisfazione delle persone residenti. È possibile lasciare una propria valutazione (su cura / presa a carico, posizione / edificio / cibo, flessibilità / cordialità) che verrà poi integrata in una “Classifica delle migliori istituzioni”. Nota: la piattaforma utilizza i dati SOMED, pubblicati con un ritardo di due anni.
  • www.wohnen-und-pflege.ch/heim-suchen - La piattaforma della ditta di consulenza StarkPartner comprende circa 270 istituzioni e fornisce informazioni su tariffe, offerte di alloggio, vitto, parcheggi, vista ecc. Alla voce “Confronto” è possibile visualizzare e confrontare tutte le informazioni per un massimo di sei istituzioni. Nota (situazione giugno 2020): dal momento che i dati necessari al confronto solitamente mancano, questo è difficilmente possibile.
  • www.pflegeheimvergleich.ch – La piattaforma è gestita dalla società di marketing localsearch (Swisscom Directories SA), che attraverso il sito anbieter-vergleich.ch gestisce oltre 50 piattaforme di questo tipo per diversi settori e categorie professionali. Sebbene la piattaforma copra circa 970 istituzioni, solo una minima parte di esse ha creato un proprio profilo. Chiunque selezioni tutte le istituzioni di un cantone o di un comune può ottenere le “Offerte della top 5”. Le istituzioni possono essere valutate con stelle o con un commento. Nota: le istituzioni nelle prime posizioni della ricerca appaiono in base a una procedura d’asta (posizionamento a pagamento); più punti si acquistano, più in alto verrà pubblicato l’annuncio.
  • www.helveticcare.ch – La piattaforma della Helvetic Care AG comprende oltre 1600 istituzioni. Ogni due anni Orahou effettua delle valutazioni direttamente sul posto. Ciò comporta il controllo di 237 indicatori, suddivisi in sei settori (tra cui ubicazione, offerta, camere, infrastruttura). Nella valutazione complessiva sono inclusi anche i dati SOMED. Le istituzioni possono essere valutate con stelle o con un commento. Il configuratore di confronto mostra quali alternative il miglior calcolo dei prezzi (istituzioni per persone anziane e di cura, Spitex, assistenza a domicilio, abitazioni comunitarie per persone anziane).

Soggiorno in istituzione

Quali prestazioni terapeutiche (p. es. massaggi, fisioterapia) offre un’istituzione?

Oltre all’accompagnamento, all’assistenza e alle cure, le e i residenti di strutture socio-sanitarie necessitano di un’assistenza medica e terapeutica molto buona. Questa deve essere organizzata e coordinata dalle istituzioni. Nell’offerta delle prestazioni di servizio dell’istituzione e in base alle richieste personali o alla prescrizione medica, sono a disposizione le seguenti prestazioni:

  • ergoterapia e fisioterapia;
  • massaggi;
  • attivazione e proposte di fitness;
  • consulenza alimentare;
  • igiene e cura medica dei piedi (podologia);
  • psicogeriatria e gerontopsicologia.

Le offerte non sono regolate in modo uniforme. La maggior parte delle residenze medicalizzate danno sui loro siti web una dettagliata serie di informazioni sulle possibilità. Date un’occhiata direttamente sul posto alle residenze medicalizzate e chiedete informazioni su come vengono organizzate le prestazioni mediche e terapeutiche! Le residenze medicalizzate organizzano degli eventi per i visitatori e sono sempre disponibili per consigliarvi anche su richieste personali.

Quali offerte di attivazione, attività ed eventi ho a disposizione?

Per offerte di attivazione s’intendono le attività organizzate dall’istituzione per le residenti e i residenti. I compiti assegnati sono naturalmente facoltativi, ma possono appagare l’esigenza di rendersi utili. Quando le residenti e i residenti sono riuniti, grazie alle attività quotidiane, in una struttura diurna o settimanale, un’occupazione di questo tipo può dare un senso all’esistenza e rafforzare la gioia di vivere. All’attivazione e all’attiva partecipazione all’organizzazione in comune della vita quotidiana viene perciò data una notevole importanza – non solo per quanto riguarda l’attività in sé, ma anche quale attività sociale con il prossimo. Lo scopo dell’attivazione è il mantenimento delle capacità mentali e fisiche – sempre tenendo conto degli interessi e delle possibilità. E chi rimane mentalmente, fisicamente e socialmente attivo gode di un miglior stato di benessere – anche in tarda età. 

Ci sono due tipi di attivazione: il primo è la terapia di attivazione condotta da persone specializzate appositamente formate. Mezzi e metodi della terapia di attivazione impiegati in modo mirato, quali attività artistiche, cognitive, creative, attività con un carattere specificamente corporeo e riproducenti le realtà quotidiane, intendono rendere consapevoli le persone interessate delle capacità che hanno ancora a disposizione. La terapia di attivazione viene praticata in gruppi o con singole persone. 

Il secondo tipo di attivazione riguarda l’organizzazione della quotidianità nell’istituzione; le attività possono tuttavia comprendere anche quelle che non rientrano nella quotidianità. Non di rado si tratta di attività in gruppi la cui attuazione è supportata da volontari.

Attività fisiche:

  • training per il miglioramento del portamento del corpo
  • esercizi di destrezza
  • miglioramento e mantenimento della mobilità

Attività creative:

  • dipingere, disegnare
  • lavorare a maglia, lavorare all’uncinetto
  • decorazione
  • lavori manuali

Attività intellettuali:

  • conversazioni
  • allenamento della memoria
  • proiezioni di film
  • letture ad alta voce

Attività conviviali e sociali:

  • cantare e giocare
  • feste
  • brunch o caffè con i congiunti/parenti
  • grigliare
  • visite a teatro o al circo
  • giocare a jass
  • lotto

Organizzazione della quotidianità:

  • acquisti personali
  • funzioni religiose
  • selezionare la biancheria e raggrupparla
  • infornare e cuocere
  • preparare le verdure

Nelle strutture socio-sanitarie vengono inoltre organizzati, in occasione di particolari eventi previsti dal calendario annuale, speciali programmi e celebrazioni, come p. es. per Pasqua, Natale o per il 1° Agosto. Quali eventi e celebrazioni, offerte e terapie di attivazione sono a disposizione, dipende dalla singola istituzione. Molte istituzioni dispongono di un calendario delle manifestazioni reperibile online. 

Animazione socioculturale nelle Case anziani del Locarnese e valli
Animazione socioculturale a Parco San Rocco

Come viene gestito il mio fabbisogno di cure e di assistenza?

Quanto sia elevato il fabbisogno di cure viene stabilito con un cosiddetto «strumento di valutazione del fabbisogno di cure» e stabilito individualmente sulla base di una prescrizione medica. Oggi in Svizzera trovano applicazione tre strumenti (BESA, RAI/RUG, Plaisir). Ogni struttura socio-sanitaria lavora con lo stesso sistema per tutti i residenti.

Il fabbisogno di cure accertato viene esposto in minuti al giorno. A seconda del numero di minuti si procede a una suddivisione in dodici gradi di cure. Il grado di cure è rilevante per il finanziamento delle cure, finanziamento al quale partecipano l’assicurazione malattie in una determinata ampiezza di banda, la/il residente, con un importo massimo al giorno e l’ente pubblico per i costi residui.

La valutazione del fabbisogno di cure deve essere effettuata di nuovo almeno ogni sei mesi – oppure in caso di un improvviso mutamento del fabbisogno individuale di cure. Questa valutazione deve essere documentata in modo esaustivo, senza lacune, e la/il residente interessata/o ha il diritto di prenderne visione.

Il fabbisogno di cure e il fabbisogno di assistenza sono due voci ben delimitate. Di norma il secondo viene concordato sotto forma di un forfait giornaliero indipendentemente dal fabbisogno di cure ed è interamente finanziato dalla/dal residente. L’onere di assistenza durante la durata della degenza in una struttura socio-sanitaria è molto differenziato. Una fatturazione individuale isolata e dettagliata di tutte le prestazioni di assistenza non sarebbe efficace ed è perciò inusuale.

Nell’istituzione ho la libera scelta del medico?

In linea di massima la libera scelta del medico deve essere garantita anche alle e ai residenti di una struttura socio-sanitaria. Il che significa che in un’istituzione dotata di un proprio medico di fiducia (assunto), è necessario il consenso della/del residente per una sua eventuale rinuncia volontaria a fare intervenire il precedente medico di famiglia.

La domanda relativa alla scelta del medico andrebbe chiarita, prima di trasferirsi nell’istituzione, con i responsabili dell’istituzione stessa.

Dove posso rivolgermi qualora avessi nell’istituzione un problema/una lamentela?

Qualora dovesse insorgere qualche problema oppure i e le residenti desiderassero esprimere delle lamentele, il primo interlocutore a cui rivolgersi dovrebbe sempre essere la direzione dell’istituzione. Se non si riuscisse a trovare con la direzione una soluzione soddisfacente, ci sono diversi centri di ascolto esterni a cui è possibile rivolgersi:

  • i membri colletivi cantonali di ARTISET e di sua associazione di categoria CURAVIVA
  • le autorità cantonali, in particolare le autorità per la sanità e socialità, che sono competenti per le autorizzazioni di esercizio delle istituzioni e che esercitano una funzione di vigilanza
  • le associazioni delle regioni linguistiche, che sono specializzate nel trattamento dei casi di lamentele di persone anziane: la Unabhängige Beschwerdestelle für das Alter UBA (l’Autorità indipendente di querela in materia di vecchiaia UBA) (Svizzera tedesca); alter ego, association pour la prévention de la maltraitance evers les personnes âgées (Suisse romande); Pro Senectute Ticino (Ticino)
  • la polizia, qualora ci si trovi in presenza di un possibile reato quale furto o lesioni corporali.

Poiché tutti questi organi hanno stretti rapporti tra loro e si scambiano regolarmente le informazioni, non ha alcuna importanza se dovesse capitare di rivolgersi all’ufficio «sbagliato» – si verrà rapidamente e senza pastoie burocratiche inoltrati all’ufficio pertinente per lo specifico caso. In ogni modo, però, anche i centri di ascolto esterni richiameranno la vostra attenzione sul fatto che è innanzitutto la direzione dell’istituzione che deve adoperarsi per risolvere il problema. 

Pro Senectute Ticino
(Ticino)
alter ego, association pour la prévention de la maltraitance evers les personnes âgées (Suisse romande)
Unabhängige Beschwerdestelle für das Alter UBA
(Svizzera tedesca)

Come si presenta la vita quotidiana nell’istituzione?

In Svizzera vi sono circa 1700 strutture socio-sanitarie: la loro tipologia è molto diversa e altrettanto lo è l’individualità della loro vita quotidiana. Le istituzioni rispettano le abitudini e le preferenze delle e dei loro residenti. Organizzano i loro processi in base alla consapevolezza che le e i residenti possano organizzare la loro vita quotidiana in modo quanto più possibile simile a quella a cui erano abituati prima dell’entrata nell’istituzione. Vengono così offerti, per esempio, dei menu à la carte, oppure il personale curante adegua le sue attività al ritmo del sonno delle e dei residenti, lasciandoli dormire a sufficienza o scambiando qualche parola con loro davanti a una tazza di tè prima di coricarsi.

Quello che ci si può aspettare come offerta di base in tutte le istituzioni:

  • cure mediche e terapeutiche in caso di bisogno
  • offerte di attivazione all’interno del gruppo quali musicoterapia, atelier di cucina, workshop per la stimolazione della memoria, tombola, visita ai musei, pranzare fuori, spettacoli cinematografici, etc.
  • accompagnamento socioculturale individuale, in base alle esigenze delle e dei residenti
  • assistenza per il disbrigo delle attività quotidiane come vestirsi, mangiare, lavare i denti, lavare i capelli, etc.
  • in molte istituzioni è disponibile una caffetteria interna o un ristorante: i pasti possono essere consumati, a seconda delle preferenze individuali e delle condizioni di salute, in camera, risp. nel reparto, o nel ristorante insieme agli altri residenti;
  • molte strutture socio-sanitarie dispongono di un giardino adatto per le passeggiate
  • in molte istituzioni oggi possono essere prese in considerazione offerte aggiuntive come pedicure, parrucchiere, massaggi, etc.

Altre offerte variano da istituzione a istituzione. Non ovunque, per esempio, è permesso tenere degli animali domestici. Fumare è spesso consentito solo in determinate zone o nei locali per fumatori. I propri oggetti di valore possono essere sempre custoditi in modo sicuro – se non nella propria camera, in un deposito centrale. Anche le offerte di assistenza spirituale e le possibilità di trasporto variano. A tutte queste e ad altre questioni relative alla vita quotidiana nell’istituzione può rispondere in modo più esaustivo l’istituzione stessa (vedi anche le domande «Quale infrastruttura viene offerta in un’istituzione?» e «Quali offerte di attivazione, attività ed eventi ho a disposizione?»).

In tutte le istituzioni sono naturalmente ben accette le visite dei congiunti e oggi gli orari di visita solo molto raramente sono limitati. In alcuni posti è perfino possibile un soggiorno di vacanza con più pernottamenti nell’istituzione. Per potenziali residenti dell’istituzione vale particolarmente la pena di usufruire di questa possibilità, che permetterebbe di disporre di un quadro d’assieme sulla futura vita quotidiana nell’istituzione. 

Una visita all’istituzione e le documentazioni sulla struttura forniscono preziose informazioni sulle offerte, sui processi interni di lavoro, sull’immagine umana e sulla filosofia dei rapporti.

Supporto & consulenza

Come gestisco i miei sensi di colpa che mi potrebbero colpire dopo che ho annunciato all’istituzione l’entrata di un mio familiare?

Chi, per esempio, concerta con i suoi genitori la necessità che si trasferiscano in una residenza medicalizzata, può essere tormentato dai sensi di colpa e dai dubbi: sto allontanando i miei cari affinché io possa condurre una vita più serena, più piacevole, liberandomi dagli onerosi compiti di cura e assistenza? A nessuno deve rimordere la coscienza quando si sa che la qualità di vita e la qualità di cure nelle istituzioni socio-sanitarie in Svizzera viene percepita molto positivamente dalle e dai residenti. Nel 2015, lo studio RESPONS condotto dalla Scuola universitaria superiore di Berna in base a un sondaggio rappresentativo ha dimostrato che il 94 percento delle e dei residenti raccomanderebbero ad altre persone la loro istituzione.
 
Una seria e tempestiva preparazione della decisione di entrare in una istituzione può contribuire a fare in modo che non subentri alcun senso di colpa. Affrontate attivamente il tema e coinvolgete nel processo i vostri congiunti. Visitate insieme direttamente sul posto delle residenze medicalizzate. Le istituzioni organizzano regolarmente dei giorni di visita e saranno liete di darvi suggerimenti e consigli.

Oltre alle esigenze e ai desideri dei congiunti, anche i vostri hanno importanza: fatevi una ragione della situazione e spiegate chiaramente anche a chi vi circonda che siete solo un essere umano, i cui limiti prestazionali e di carico sia nella vita professionale sia in quella familiare prima o poi saranno raggiunti. Parlatene francamente, prima che la situazione di cura e assistenza superi la vostra soglia di tollerabilità!

E se nonostante ciò i sensi di colpa non sparissero, elaborateli ricorrendo a un consulente professionale, p. es. una psicologa o un assistente spirituale. Spesso si tratta di interrogativi celati nel profondo dell’animo, come riconoscimento e dedizione dei congiunti o di timore di critiche e di carenza affettiva. 

Il tempo che vi resta da trascorrere con i vostri congiunti può avere, grazie alla vita nella residenza medicalizzata, un’altra qualità – una qualità migliore.

Quali centri di ascolto e consulenza indipendenti ci sono, e per quali temi?

Una molteplicità di centri di ascolto e consulenza indipendenti offrono ad anziane e anziani un’ampia offerta delle prestazioni di servizio. I seguenti fornitori di servizi possono aiutarvi e, in caso di un particolare bisogno di consulenza, mettervi in contatto con altri offerenti:

Pro Senectute vi sostiene con una rete di 130 centri di consulenza sparsi in tutte le regioni in caso di questioni concernenti finanze, previdenza, aiuto domestico, assistenza ad anziani, soluzioni abitative per la terza età. Ogni colloquio nell’ambito della consulenza sociale è condotto da una persona esperta qualificata. La consulenza è gratuita e sottostà all’obbligo del segreto professionale. Molti Comuni incaricano le organizzazioni cantonali di Pro-Senectute della conduzione di un centro di ascolto e consulenza gratuito e neutrale. 

L’Autorità indipendente di querela in materia di vecchiaia UBA (Svizzera tedesca, 058 450 60 60), alter ego (Romandia/Ticino, 0848 00 13 13) sono interlocutori in caso di situazioni di conflitto e violenza diventate per le persone colpite insormontabili. 

Informatevi presso l’amministrazione del vostro Comune o del vostro Cantone (Dipartimento della salute e della socialità) sulle molteplici offerte locali o cantonali dei centri di ascolto e consulenza.

Pro Senectute Ticino

Dove posso ottenere dei chiarimenti in merito a malattie e disturbi psichici e mentali?

È compito di una/un esperta/o, quindi di psichiatre e psichiatri, di psicologhe e psicologi diagnosticare una malattia psichica o mentale. I sintomi di un disturbo psichico concorrono alla formulazione della loro diagnosi.

Due società specializzate si occupano dei disturbi psichiatrici o psichici delle persone anziane. La Société Suisse de Psychiatrie et Psychothérapie de la Personne Agée è l’organizzazione professionale dei medici specialisti in psichiatria e psicoterapia, che esercitano la loro attività in Svizzera e che si occupano dei disturbi psichiatrici delle persone anziane. La Società Svizzera di Gerontologia è la rete per psicologhe e psicologi nell’ambito dell’età senile. 

Dettagliate descrizioni dei disturbi psichici sono reperibili nella Classificazione internazionale delle malattie (ICD-10) allestita dall’Organizzazione mondiale della sanità OMS. La versione attualmente valida riporta nel Capitolo V i disturbi psichici e comportamentali, incl. i disturbi dello sviluppo psicologico. In Svizzera, i fornitori di prestazioni (tra cui ospedali e cliniche, compreso cliniche psichiatriche, riabilitative e speciali) utilizzano per la codificazione delle diagnosi un sistema basato sulla classificazione dell’OMS, che viene allestito dal Deutsches Institut für Medizinische Dokumentation und Information (Istituto tedesco per la documentazione e l’informazione medica). 

Société Suisse de Psychiatrie et Psychothérapie de la Personne Agée (in francese)
Société professionnelle suisse de gérontopsychologie (in francese)
ICD-10 Indice sistematico. Versione italiana Volume 1 (capitoli I-XI) (capitolo V, a partire da pagina 169)

Dove posso rivolgermi per ottenere consigli sul finanziamento, l’organizzazione, la notifica al Comune di partenza e di arrivo e sul modo di procedere in caso di entrata nell’istituzione?

In primo luogo è la struttura socio-sanitaria il giusto interlocutore in caso di domande concernenti il trasferimento nell’istituzione. L’istituzione conosce molto bene gli iter e i regolamenti procedurali che i nuovi residenti devono seguire. Normalmente l’istituzione dispone anche di una serie di documentazioni (opuscoli, sito web, etc.) contenenti informazioni che possono essere studiate in tutta calma. 

Se la struttura socio-sanitaria è situata in un Cantone diverso da quello in cui eravate finora domiciliati, è necessario essere prudenti. Sono assolutamente necessari degli ulteriori chiarimenti tra l’istituzione scelta situata nel Cantone A e il Comune di provenienza situato nel Cantone B. Questo perché il finanziamento dei costi delle cure residui, assunti dall’ente pubblico, non è ancora giuridicamente risolto in modo soddisfacente. 

Le informazioni e i mezzi ausiliari necessari per prepararsi a un trasferimento in una struttura socio-sanitaria sono offerti da diverse associazioni cantonali di CURAVIVA e di Pro Senectute sui loro siti web. 

Vedi anche:
Domanda: «Quali passi amministrativi devono essere intrapresi prima dell’entrata nell’istituzione?»

Pro Senectute: Abitare, Trasferirsi in un istituto